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ALIMENTI NUTRITIVI E COMPOST, BIODIVERSITÀ' DEL TERRENO

Le moderne filiere alimentari non garantiscono più alimenti nutritivi. Le colture intensive dagli anni 50 ad oggi hanno aumentato la produttività a discapito della qualità nutrizionale degli alimenti. Ci troviamo ad assumere meno vitamina C, meno Ferro, meno Calcio; inoltre il nostro organismo introducendo vegetali coltivati in ambienti protetti, con un basso grado di biodiversità non hanno alcuna ragione di produrre fitocomplessi protettivi capaci di difendere la pianta da diversi agenti aggressori (parassiti, vento, freddo); Poiché alcuni fitocomplessi hanno un effetto biologico positivo sulla nostra salute, è facile capire che assumere vegetali coltivati in ambienti protetti non ci permettere di assumere una quantità di molecole funzionali benefiche per la nostra salute. Ci troviamo di fronte a quella che viene definita la desertificazione del terreno (terreno privo di biodiversità composto da sole sostanze minerarie) con un abbattimento totale della parte vitale del terreno come organismi e sostanze che permettono alle piante di fornire alimenti nutrienti e biologicamente funzionali. In un passato non molto lontano i terreni venivano rivitalizzati con l'utilizzo del letame cioè il prodotto della fermentazione delle deiezioni degli animali da allevamento (feci e urina) miste a materiale solido usato come lettiera (generalmente paglia). Oltre alla funzione di concime il letame ben maturo svolgeva anche quella di ammendante, arricchendo il terreno di sostanza organica e migliorandone le proprietà fisiche, in poche parole manteneva vivo il terreno. Ripensare al letame come soluzione è oggigiorno forse troppo anacronistico, per fortuna esiste un altra soluzione moderna ma altrettanto valida.

Oggi è possibile utilizzare un altro prodotto altrettanto valido e biologicamente sostenibile: il compost. Il compost ha un doppio vantaggio: da una parte donano al terreno gli elementi nutritivi favorendo un equilibrio eco-sostenibile tra le piante ed tutti gli esseri viventi che lo popolano in una biodiversità che rende il terreno vivo, dall'altra aiuta anche a trasformare in risorsa ciò che era un rifiuto organico”. Il compostaggio, o biostabilizzazione, è un processo biologico aerobico e controllato dall'uomo che porta alla produzione di una miscela di sostanze umificate (il compost) a partire da residui vegetali sia verdi che legnosi o anche animali mediante l'azione di batteri e funghi. Il compost può essere utilizzato come ammendante, destinato poi per usi agronomici o per florovivaismo.


COMPOSTAGGIO

Il compostaggio è un attività biologica (catalizzata da batteri e funghi) che porta alla produzione di una miscela di sostanze umificate (il compost) a partire da residui vegetali sia verdi che legnosi nonchè residui animali. Il compost, definito anche ammendante, è utilizzato per scopo agricoli come fertilizzante per i terreni impoveriti sia dal punto di vista nutritivo sia di biodiversità o per aziende florovivaistiche.

Fasi del compostaggio

Essendo un processo biologico condotto da microorganismi e funghi sono necessari tre parametri fondamentali:

  1. Una fonti equilibrata di nutrienti rappresentata da un mix di materie carboniose (brune-dure-secche) e di materie azotate (verdi-molli-umide)

  2. Acqua derivata dalla parte di materia azotata

  3. Aria che si insinua all'interno della massa che deve essere sottoposta a compostaggio.

    È importante il giusto rapporto tra parte azotata umida e parte carboniosa. Il rapporto C/N (carbonio/azoto) è un elemento importante per il processo di compostaggio. I materiali ricchi di carbonio sono fonte di energia per la vita dei microrganismi, mentre l’azoto è indispensabile per la crescita e la moltiplicazione degli stessi. Un giusto equilibrio del C/N favorisce la decomposizione rapida: se nel cumulo prevalgono i rifiuti ricchi di carbonio come foglie, ramaglie, segatura, ecc., il processo ha un decorso molto lento a causa della scarsità di azoto disponibile; questo si risolve con l’aggiunta di scarti alimentari.
    Al contrario, una sovrabbondanza di rifiuti della cucina ricchi di azoto, libera un eccesso di ammoniaca provocando cattivi odori; in questo caso è sufficiente aggiungere rametti sminuzzati, foglie, pezzi di cartone, ecc., rimescolando il tutto per favorire l’ossigenazione.
     Su base industriale il compost si ottiene da scarti organici originati dai rifiuti di cucine e mense dei centri urbani (frazione umida). Il compostaggio industriale permette un controllo ottimale delle condizioni del processo che viene costantemente monitorato da personale specializzato (vengono controllati umidità, ossigenazione, temperatura e la presenza di eventuali inquinanti nella materia prima (ad esempio residui di metalli pesanti e inerti vari) o microrganismi patogeni); tutto ciò al fine di fornire un ammendante di ottima qualità per l'agricoltura che in tal modo non deve più ricorre a prodotti chimici che impoveriscono il terreno. Altre biomasse compostabili comunemente sfruttate sono rappresentate dai fanghi di depurazione e dagli scarti della cura e manutenzione delle aree verdi (compost verde).


BIODIVERSITA' DEL TERRENO

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soil_biodiversity_leaflet_it.pdf