Il pane è un prodotto
alimentare ottenuto dalla fermentazione, cui segue una
lievitazione, e successiva cottura in forno di un impasto a base
di farina di cereali ed acqua.
Esistono in generale due
metodologie adottabili, una definita tradizionale con lievito madre
e l'altra più commerciale con lievito di
Birra. Iniziamo a
comprendere in primis cosa si intende per lievito madre e
cosa invece per lievito di birra. Il lievito
naturale, chiamato anche
lievito acido, pasta acida, lievito madre, pasta madre e crescente,
è un impasto di farina e acqua acidificato da un complesso di
lieviti e batteri lattici che sono in grado di avviare la
fermentazione. A differenza del cosiddetto lievito di birra, il
lievito naturale comprende, tra i lieviti, diverse specie di
batteri lattici eterofermentanti ed omofermentanti del
genere Lactobacillus. Mentre il
lievito di birra è costituito esclusivamente (o quasi) da
lieviti Saccharomyces (prevalentemente cerevisiae), il lievito
madre possiede una maggior varietà di microorganismi attivi tra i
quali, oltre ai lieviti (Saccharomyces e Candida), figurano alcuni batteri LATTICI
omofermentanti (ovvero che
producono solo acido lattico e anidride carbonica) ed
eterofermentanti (ovvero che
producono anche composti secondari come acido acetico, etanolo
ecc.); tra questi ultimi ricordiamo il Lactobacillus: L.
Plantarum, L.
Casei e L. Brevis; il
Leuconostoc: L. Mesenteroides; il
Pediococcus: L.
Pentosaceus. La preparazione classica del
lievito naturale comincia da un impasto acido
spontaneo ottenuto con la
lievitazione che, per opera dei microrganismi naturalmente
presenti nella farina, nell'acqua e nell'ambiente, si innesca in un
normale impasto di farina e acqua lasciato
acidificare spontaneamente (cioè a riposare senza lievito) in un
tempo più o meno lungo. Per accelerare la fermentazione si
possono aggiungere all'impasto anche altri ingredienti: lieviti,
batteri lattici esogeni e zuccheri che sono il cibo dei
lieviti, come frutta (es.mela,
yogurt, crusca, miele, etc.). In particolare sulla
superficie di molti frutti si forma la pruina, che contiene tra
l'altro Saccharomyces
cerevisiae (lievito di Birra). La pasta madre ha una
microflora selezionata e un equilibrio stabile tra lieviti e
batteri. Una volta ottenuta, la pasta madre viene
tenuta in
vitae riprodotta per mezzo di
successivi rinfreschi,cioè impasti periodici con
determinate quantità di farina fresca e acqua. I microorganismi che
la compongono infatti devono essere costantemente nutriti e posti
in condizione di riprodursi. La maniera più semplice per tenere in
vita la pasta madre è di usarla per fare il pane, separandone una
piccola parte prima di aggiungerci il sale.
Il Lievito di Birra altro
non è cheunfungo microscopico formato da
colonie di un microrganismo chiamato Saccharomyces
cerevisiaepresente anche nel lievito madre.
Il suo nome deriva dal fatto che
questi microrganismi
unicellulari venivano impiegati anticamente
per produrre la birra.
Metodotradizionale:
Il
giorno precedente la preparazione dell'impasto il lievito
madre viene rinfrescato con farina nuova senza l'aggiunta
di sale e messo a fermentare per tutta la notte. Il giorno
successivo viene prelevata una parte di lievito madre che verrà
conservata per le successive preparazioni, la restante
parte verrà addizionata nelle proporzioni adeguate
(di solito 3 parti di farina e 1 di lievito) alla quantità di
farina desiderata, con aggiunta di sale ed olio ed acqua; il
tutto viene lavorato in modo da ottenere un impasto liscio,
elastico ed omogeneo; il tutto viene lasciato per diverse ore a
lievitare finché non si raggiunge il doppio del
volume, con il lievito madre i tempi di attesa possono prolungarsi
anche fino a 5-6 ore. Non appena l’impasto è raddoppiato di volume
viene data al pane la forma desiderata lavorandolo
un pò con le mani ripiegando le estremità verso il centro
in modo da far inglobale aria al composto
e favorire quindi i classici buchi del pane tradizionale;
si lascia lievitare ancora per due ore circa nelle forme
desiderate e infine si inforna a 200° per 5 minuti, poi a 180° per
20 minuti e poi a 160° per mezz'ora.
Metodocommerciale:
Viene
addizionato il lievito di birra anche in quantità superiori del
necessario alla quantità di farina desiderata, con
aggiunta di olio, sale ed acqua; il tutto viene lavorato con mezzi
meccanici in modo da ottenere un impasto liscio, elastico ed
omogeneo; il tutto viene lasciato a lievitare per massimo 2-3 ore,
in alcuni casi anche meno (anche 30' dipende dalla
quantità di lievito di birra usato). Non appena l’impasto è
raddoppiato di volume viene data al pane la forma desiderata usando
spesso mezzi meccanici e si inforna direttamente ad elevate
temperature per pochi minuti.
Considerazioni
sulla filiera del pane
Una prima differenza sostanziale
tra lievito madre e lievito di birra è che il
primo contiene diversi microorganismi, mentre il
secondo solo uno che è appunto il Saccharomyces
cerevisiae. De deriva che mentre il lievito
di birra nella sua fermentazione produce sostanzialmente anidride
carbonica e acqua, i diversi microorganismi del lievito madre
determinano altre tipologie di fermentazione con liberazione
nell'impasto di acido lattico, acido acetico ed
etanolo che in effetti sono ben avvertibili nel pane preparato con
pasta madre. La fermentazione da lievito madre determina un
maggiore degradazione degli amidi complessi presenti nelle farine
rendendo il prodotto più digeribile in quanto più attaccabile da
parte degli enzimi intestinali (ptialina salivare ed amilasi
pancreatica). Inoltre nell'impasto ottenuto con lievito madre
avviene una maggiore idrolisi proteica, con produzione di peptidi
brevi ed amminoacidi liberi; ciò è reso possibile da una
seconda sostanziale differenza tra la preparazione del pane con
lievito madre e lievito di virra: i lunghi ed indispensabili tempi
di lievitazione. Tale caratteristica rende gli alimenti prodotti
con lievito madre più digeribilie suscettibili
allareazione di
Maillard(aggregazione degli zuccheri
semplici ai gruppi amminici delle proteine, evidenziabile come una
crosta superficiale bruna, croccante e aromatica; nel caso del
frumento le molecole coinvolte nella reazione di Maillard sono il
glutine ed i residui idrolizzati dell'amido). La reazione di
Maillard conferisce gradevolezza agli alimenti ma, se
eccessivamente attivata, favorisce anche la liberazione di molecole
tossiche come l'idrossimetilfurfurolo - HMF e
l'acrilamide. L’utilizzo della lievitazione naturale porta
quindi tempi di fermentazioni più lunghe con un tempo maggiore di
ore a disposizione in cui l'impasto potrà lievitare ma soprattutto
maturare, il che come abbiamo visto rende più digeribile l’impasto;
questo avviene correttamente solo quando determinati tempi di
lavorazione vengono rispettate.
L'utilizzo
nelle nuove tecnologie alimentari del lievito di birra con
grammature spesso esagerate garantiscono esclusivamente una
fermentazione lampo, dandoci modo di poter impastare e cuocere il
pane e prodotti affini come le focacce e la pizza in meno di due
ore in cui le tempistiche di maturazione non vengono mai
rispettate. Il prodotto quindi perde di digeribilità e lo rende più
aggressivo nei confronti nell'intestino. In definitiva ed è
doveroso sottolinearlo che nonostante il lievito madre contenga
batteri che come visto sopra facilitano la maturazione dell'impasto
a vantaggio della sua digeribilità, un fattore determinante non è
solo la monocoltura del lievito da birra ma il suo potere
lievitante dettato da un abuso in termini quantitativi che se ne fa
nell'impasto che accorcia i tempi di lavorazione. Un abbattimento
della quantità di lievito di birra seguito ovviamente da un
allungamento della lievitazione porterebbe ad una maturazione
migliore e quindi ad una migliore tollerabilità dei prodotti da
forno preparati con lievito di birra.
Ancora
una volta l'interesse economico la fa da padrona sulla salute; è
sicuramente più redditizio preparare grosse quantità di pane,
focacce, pizze con levitazioni rapide che con i
tempi biblici del lievito madre.
Nonostante il Metodo BioNeF non demonizzi il pane
prodotto con lievito di birra a patto che vengano rispettati i
tempi di maturazione il pane con lievito madre è consigliabile per
i seguenti motivi:
Indice
glicemico (IG) molto più basso; l’acidità prodotta dalla
fermentazione dei lattobacilli inibisce parzialmente l’enzima
alfa-amilasi pancretica determinando un rallentamento nella
liberazione di glucosio impedendo picchi glicemici. Un abbattimento
dell'IG dipende anche dall'uso di farine meno raffinate, sia per
motivi di metabolismo degli zuccheri, i pani a lievitazione
naturale hanno un indice glicemico (GI) nettamente
inferiore.
Sensazione
prolungata di sazietà dovuta alle fibre presenti ed alla mollica
consistente creata dai prodotti del metabolismo.
Parziale
pre-digestione del glutine durante la fermentazione. Migliore
tollerabilità e migliore digeribilità.
Abbattimento
dell’Acido Fitico, caratteristico dei pani integrali a lievitazione
tradizionale. L’Acido Fitico è un fattore
anti-nutrizionale tipico che provoca impoverimento di
Sali Minerali nell'organismo. Previene demineralizzazione
di Zn/Mg/Ca/Fe.
No
“purine” prodotte dall'eccesso di lievito commerciale.
(Calcoli renali)
Presenza
di micro-elementi come le vitamine ed i sali
minerali caratteristici della farine
integrali.
La
digeribilità del pane a lievitazione naturale è data dal processo
enzimatico che avviene nel corso della fermentazione ed aumenta la
disponibilità di carboidrati facilmente digeribili e
proteine.
Maggiore
senso di sazietà post-pasto. Questo è dovuto alla presenza di
Lacto-Bacilli che alterano l’interazione Glutine/Amido. Effetto sul
glucosio postprandiale nel sangue e sulla insulina.
Abbassamento dell’indice glicemico.
L’Acidità
del pane a LN garantisce un abbassamento del contenuto in
micro-organismi patogeni del cibo. Effetto benefico sulla flora
intestinale.
Mediante
l’utilizzo del LN è possibile produrre pani al 100% di segale ed
integrali di frumento, senza l’aggiunta di prodotti chimici di
acidificazione.
Vantaggi
per l’elevato valore nutritivo e per il contenuto di fibra.
Prevenzione di malattie cardiovascolari.
Il
pane a LN non ha bisogno dell’aggiunta di conservanti per
aumentarne la durata.
Degradazione
delle mico-tossine presenti nelle farine.
La
presenza di Aceto Batteri aumenta la sensazione di “sapido” al pane
diminuendo perciò la necessità di salare troppo
l’impasto
Ma
è solo una questione di diverse tipologie di lievitazione e tempi
di preparazione o c'è dell'altro?
Come
sono trattate le farine con cui viene prodotto il pane? Contengono
sostanze dannose al nostro organismo? Durante la preparazione del
pane sono aggiunte sostanze chimiche?
Esistono norme severe sui diversi
additivi utilizzabili nell'industria alimentari. A livello europeo
gli additivi alimentari sono regolati dalla normativa 1333/2008. Il
regolamento (CE) n. 1333/2008 ha istituito un elenco dell’Unione di
additivi alimentari autorizzati, pubblicato integralmente nel
regolamento (UE) n. 1129/2011. Nella lista per fortuna sono
scomparsi tutta una serie di additivi altamente nocivi come
l'ETILMALTOLO (E-637) e MALTOLO (E-636), composti che esaltano il
gusto degli alimenti nei quali vengono addizionati (esaltatore di
sapidità). Ovviamente è di quelli autorizzati dalla legge che
bisogna preoccuparsi in quanto utilizzare additivi non legali
ricade nell'ambito della frode e quindi punibile a norma di legge.
Nel pane per esempio è possibile per legge utilizzare i solfiti
(E-221, E-222, E-223) che sono degli anti-microbici con effetto
nocivo, in quanto possono causare mal di testa e reazione di
sensibilità, debolezza, respirazione faticosa, tosse e ansimazione.
Possono provocare la perdita di calcio e la distruzione delle
vitamine del gruppo B. Sconsigliati ai bambini; la quantità massima
di anidride solforosa e solfiti negli alimenti secondo le direttive
dovrebbe essere di 100mg/kg nella preparazione e 2mg/kg espressi
come SO2 nel prodotto finale. Le concentrazioni stabilite
dovrebbero garantire l'innocuità di questi agenti chimici, senza
comunque considerare che tutta una serie di prodotti da forno li
contengono e che quindi più che di concentrazione nei prodotti
bisognerebbe anche parlare del valore assoluto di agenti chimici
assunti quotidianamente da ogni singolo individuo. Un altro tipo di
additivo è l'acido sorbico (E-200) e derivati (sorbati, E-202,
E-203); e' un conservante
di origine naturale, antimuffa, anti-fungino e
antibatterico che si trova nei frutti del “Sorbus aucuparia”e
in altre rosacee, che può essere prodotto per via sintetica.
Presenta una tossicità molto bassa: questo sia perché viene
utilizzato in dosi ridotte (0,2 mg/Kg), sia perché la sua DL50
(Lethal Dose 50) è oltre i 5g/Kg. Pertanto, essendo impiegato in
dosi così limitate e avendo una dose letale così alta pro Kg, è un
conservante che si può ritenere sicuro. Poche persone, infatti,
manifestano reazioni allergiche all'acido sorbico. Però, essendo un
conservante molto utilizzato, è possibile (anche se avviene
raramente) che nell'arco della giornata si consumino così tanti
alimenti contenenti E200 da arrivare a dosi vicine a quella
tossica; per questo motivo è consigliato controllare con attenzione
le varie etichette per evitare che si verifichi ciò. Se si dovesse
raggiungere la dose tossica, si pensa che questo conservante possa
presentare rischi per la salute, perché può alterare i sistemi
enzimatici del corpo umano.Ancora possiamo trovare nel pane
l'additivo E-472e (Esteri mono-e diacetiltartarici di mono-e
digliceridi degli acidi grassi) che rappresenta un insieme
diadditivi alimentari ottenuti
dalla glicerina (E422), dagli acidi grassi naturali e da altri
acidi organici (acetico E260, lattico E270, tartarico E334, citrico
E330). Gli acidi grassi sono specialmente di origine vegetale, ma
anche i grassi di origine animale potrebbero essere utilizzati. I
composti ottenuti sono un insieme di più prodotti e hanno una
composizione simile al grasso naturale parzialmente digerito ed
esterificato con altri grassi naturali. I mono e digliceridi degli
acidi grassi sono utilizzati nei vari prodotti soprattutto con
funzione emulsionante e stabilizzante, in particolare per
mantenerne la fragranza e la morbidezza.Al momento non si conoscono
effetti collaterali negativi per l'uomo in quanto l'organismo
metabolizza tutti i componenti esattamente come gli acidi normali e
i grassi naturali di origine alimentare ma, come tali, possono
provocare disturbi digestivi e calcolosi.
Il pane bianco o peggio quello
che ci vogliono far passare per integrale (un miscuglio di farine
raffinate con un pò di crusca) possono contenere molte delle
seguenti sostanze chimiche: solfato di calcio (E-516)un sale di calcio dell'acido
solforico (E513).Noto anche come gesso, selenite o
anidrite, si presenta come una polvere fine, inodore, da bianca a
leggermente bianca-giallastra. Leggermente solubile in acqua,
insolubile in etanolo. Presenta una funzione di regolatore di
acidità e coadiuvante tecnologico chiamato anche “gesso di Parigi”
. A forte dosaggio il solfato di calcio presenta alcuni rischi;
infatti potrebbe causare occlusioni intestinali, ma a dosi normali
sembra essere innocuo. Lo stearoil lattilato di sodio (E-481), un
emulsionante alimentare di origine naturale, ottenuto dalla
combinazione fra l'acido stearico e l'acido lattico. L'origine
dell'acido stearico può essere sia vegetale che animale, anche se,
quasi sempre, viene impiegato quello di origine vegetale. Questi
additivi alimentari vengono utilizzati, nei vari cibi, soprattutto
per la loro funzione emulsionante, stabilizzante e lievitante;
l'innocuità dello stearoil lattilato di sodio è controversa ed è
stato bandito in Francia. Il diacetile(sostanza aromatizzante presente
nel burro, margarina), sarebbe dannosa addirittura per il nostro
cervello come (referenza: Chem. Res.
Toxicol., 2012, 25(10), pp
2083–2091, DOI: 10.1021/tx3001016. carragenina o
muschio d’Irlanda (E-407) presente per di più nei biscotti o dolci
da forno è un Addensante/gelificante. È una gelatina di largo uso
alimentare, medicinale ed industriale (serve per chiarificare
miele, birra, ecc.); è ottenuta dalla bollitura di due alghe rosse
della costa rocciosa dell'Atlantico settentrionale, note coi nomi
di muschio d'Irlanda, lichene marino o carragheen. La carragenina è
costituita essenzialmente di sali di calcio, di potassio, di sodio
e di magnesio di esteri solforici dei polisaccaridi che, per
idrolisi, danno galattosio e 3,6-anidrogalattosio. Sono
polisaccaridi di origine naturale estratti da alghe rosse
riscaldate ad alte temperature e trattate con acidi. Sono composti
resistenti all'azione della flora microbica intestinale con
funzione addensante e gelificante. Non presentano, alle dosi
normalmente utilizzate, effetti collaterali negativi, mentre ad
elevate concentrazioni possono provocare flatulenza e gonfiore,
coliti ulceranti, a causa della fermentazione da parte della
microflora intestinale. Alcuni ricercatori sostengono, però, che le
carragenine possano provocare anche allergie, indebolire il sistema
immunitario e ridurre l'assimilazione di minerali essenziali, oltre
ad avere un'azione potenzialmente cancerogena. Controversa l'
opinione dei ricercatori sull' azione cancerogena di queste
sostanze. Il polisorbato 60 (E-435) è un emulsionante usato nei
prodotti da forno, un composto naturale prodotto a partire
dall'ossido d'etilene, dal sorbitolo (E420) e dall'acido stearico.
Alle dosi normalmente utilizzate, non esistono effetti collaterali
negativi, ma si ritiene che in soggetti predisposti il polisorbato
60 possa causare reazioni cutanee, disturbi digestivi, calcoli alla
vescica e ai reni, aumento di peso, infezioni urinarie, cattiva
assimilazione del ferro a dosi elevate. Si pensa anche che potrebbe
contenere residui nocivi alla salute, come l'ossido di ferro, il
diossano e il glicole di etilene. Ora ci sorge una domanda
spontanea, a prescindere dalle presunte o vere innocuità di queste
sostanze prese singolarmente, possono tutti questi additivi sommati
ad una preparazione veloce e senza un minimo di criterio nella
lievitazione e maturazione delle farine determina la produzione di
prodotti da forno come il semplice pane che invece
di nutrirci possa compromettere il benessere del nostro
intestino creando infiammazioni delle pareti intestinali con
perdita dell’impermeabilità delle stesse a sostanze tossiche,
parassiti o particelle di cibo non ben digerite che entrano così in
circolo nel nostro corpo tramite il sangue o altri liquidi
organici? È se ciò fosse vero è possibile che tutta una serie di
disturbitra cui emicranie croniche,
allergie, acne, psoriasi ed altre malattie della pelle, disturbi
alla prostata, diverticoli, gravi costipazioni, prolassi
intestinali, artriti, reumatismi, disturbi cardiaci, asma, problemi
respiratori, noduli al seno, perdita di vitalità, stanchezza,
depressione, mancanza di concentrazione, aggressività, attacchi di
panico, infezioni, infiammazioni, poliartrite, problemi ai capelli,
parassitosi intestinale che porta a digrignare i denti nella notte
e diversi altre manifestazioni non possa dipendere dalla tecnologia
alimentare moderna?
La
risposta è ovviamente si. L'aumento esponenziale dei disturbi
intestinali per non parlare del morbo della celiachia non può
essere spiegato solo con la teoria secondo cui alla
base
di
queste manifestazioni ci sia un eccessivo consumo di prodotti
ricchi di glutine ottenuti con il frumento modificato
geneticamente nel corso degli anni specie, dagli anni 70 in poi.
Sicuramente abusiamo troppo di alimenti ottenuti con farine
raffinate e straraffinate che hanno perso il loro potere nutritivo
a favore di calorie vuote più ricchi di glutine, ma le radici del
problema non può che essere multifattoriale. Una lievitazione più
lunga capace di far maturare l'impasto favorirebbe una migliore
digeribilità del pane, facilitando il compito del nostro intestino
e forse rendendo meno aggressivo il glutine. L'assenza di tutti gli
additivi alimentari buoni o meno che siano sovraccaricherebbero
meno l'intestino nonché il sistema epatico rendendo
più efficienti i nostri sistemi emuntori e quindi la nostra
capacità di disintossicarci dalle scorie che normalmente produciamo
(scorie endogene) o che assumiamo tramite il contatto con
l'ambiente (scorie esogene). Un eccesso di tossine determina un mal
funzionamento generale di tutto l'organismo con sintomatologie più
disparate e che abbiamo elencato sopra.