Il
metodo BioNeF rappresenta un percorso dietetico-comportamentale
elaborato dai dottori Panelli Damiano e Maria Motole dopo una loro
decennale esperienza nel campo della nutrizione umana. L'idea
principale è quella di eliminare il concetto di dieta ipocalorica
in senso stretto e sostituirla con un supporto nutrizionale e
funzionale adeguato (SNEFA) indipendentemente dalle calorie
ingerite. Uno SNEFA non rappresenta uno schema da seguire in
maniera maniacale ma un percorso armonioso capace di condurre per
ogni singolo individuo verso un benessere psico-fisico in cui il
dimagrimento è la naturale conseguenza.
Esso si esplica
essenzialmente in due diverse fasi, ogni fase è composta da 5
punti
Fase
Fisio-psico-patologica (Fase di
analisi)
Analisi delle condizioni
fisio-psico-patologiche del paziente tramite diagnosi mediche
eventualmente fornite dal paziente;
Analisi alimentare e dello stile
di vita;
Analisi antropometrica del
soggetto con tecniche tradizionali e tecniche più moderne come
impedenziometro ed adipometro;
Analisi dei segni legati ad
eventuali disequilibri ormonali;
Analisi della localizzazione
corporea del grasso;
Fase Rieducativa (Fase
d'azione)
Depurazione del terreno
biologico;
Proposta di un supporto
nutrizionale e funzionale adeguato (SNEFA);
Didattica alimentare sui vantaggi
dell'agricoltura biologica;
Didattica sulle filiere
alimentari e sulla spesa sana ed intelligente;
Controlli periodici e presa di
coscienza alimentare.
1) Analisi delle condizioni fisio-patologiche del paziente
tramite diagnosi mediche eventualmente fornite dal
paziente.
È fondamentale per il Nutrizionista avere una visione globale della
situazione fisio-psico-patologica del paziente. La collaborazione
con il medico di base o eventuali medici e/o
psicologi specialisti dà un primo quadro generale e
quindi una base di partenza per elaborare un supporto nutrizionale
equilibrato. Spesso ci si trova di fronte a soggetti poco
consapevoli sia della loro condizione psico-patologica sia
dell'importanza che piccole modifiche nutrizionali possono avere
nell'impedire ad una malattia di progredire. Inoltre dietro ogni
patologia si nascondono spesso uno o più farmaci che un soggetto è
costretto ad assumere in maniera cronica; conoscere i farmaci, le
loro interazioni con i cibi, le loro interazione con i diversi
organi ed apparati, e quindi gli effetti collaterali, l'impatto che
essi hanno sul metabolismo è cruciale nella scelta del miglior
supporto nutrizionale. Molti pazienti per
esempio assumono in maniera cronica le statine per
mantenere basso il livello di colesterolo; purtroppo questi farmaci
possono interagire anche con la sintesi del coenzima
Q10 determinando una alterazione del metabolismo
energetico. Anche alcuni beta-bloccanti, usati per abbassare i
livelli pressori, possono interferire negativamente con l'assetto
metabolico.
Spesso i pazienti si chiedono quali analisi dover presentare per
guidare il nutrizionista verso il miglior supporto nutrizionale.
Esistono molte analisi specifiche che un singolo soggetto potrebbe
fare e che sarebbero di valido aiuto (Nutrigenetica, lipidomica,
intolleranze) ma in generale il metodo BioNeF per avere
una visione generale dell'assetto metabolico del singolo soggetto
sfrutta in partenza alcuni semplici analiti di routin che
possono essere fatti in qualsiasi laboratorio e ad un prezzo
limitato:
Quadro Glicemico: Glucosio ed eventualmente HbA1c e
curva glicemica
Quadro di ormoni utili: insulina, cortisolo e leptina
(opzionali)
Ovviamente qualsiasi dato aggiuntivo come quelli riferiti al quadro
epatico, renale ed intestinale, o semplicemente un emocromo, sono
ovviamente utili per avere una visione completa della situazione
fisiopatologica del singolo soggetto. Questa analisi di start non
viene mai trascurata dal metodo BioNeF improntato verso la
prevenzione nelle malattie e la salvaguardia dello stato di salute.
Questo primo quadro generale rappresenta un ponte tra il
biologo-nutrizionista e altri specialisti (medici di
base, endocrinologi,
diabetologi, gastroenterologi, cardiologi), e quindi una
base solida di partenza prima di proporre qualsiasi supporto
nutrizionale.
2) Analisi alimentare e abitudini
Non è possibile in alcun modo per il Nutrizionista
elaborare un supporto nutrizionale senza un attenta e paziente
anamnesi alimentare. Dietro quest'analisi sono celate tutte le
carenze alimentari del paziente, i suoi disequilibri
neuro-endocrini, i suoi aspetti spirituali e psicologici, le sue
paure, le sue aspettative. Un attenta analisi alimentare inquadra
il paziente a 360 gradi; la capacità di ricordare bene o male gli
alimenti assunti durante la giornata e sinonimo di quanto
importanza il singolo soggetto dà al cibo ed in particolare alla
qualità del cibo. Una ripetizione continua di alcuni alimenti
rispetto ad altri è sinonimo sicuramente dei sui gusti ma spesso
riflesso della sua situazione neuro-endocrina. Uno squilibrio
ormonale può guidare il singolo soggetto verso un cibo rispetto ad
un altro; e noto per esempio come alcune persone sono attratte
continuamente dagli zuccheri, che inevitabilmente trasformano in
grasso; in molti casi la causa è da ricercare in un eccesso di
insulina (iperinsulinemia) e/o in una carenza di cortisolo (stress
surrenalico).
3) Analisi antropometrica del soggetto con tecniche
tradizionali e tecniche più moderne come impedenziometro ed
adipometro.
La conoscenza della composizione corporea e dello stato
nutrizionale di un soggetto è da ritenersi essenziale per avere una
visione quanto più precisa possibile dell'andamento di un supporto
nutrizionale. L’antropometria è oggi il metodo più diffuso di
valutazione della composizione corporea; è semplice ed è di rapida
esecuzione. Il metodo BioNeF si affida sia ai classici parametri
quali altezza, peso, circonferenze, sia metodologie più sofisticate
come la Bioimpedenziometria e
l'Adipometria. L'Adipometro è un
apparecchio basato sulla tecnologia a ultrasuoni, un ecografo
monodimensionale in grado di misurare correttamente lo spessore
adiposo in un singolo punto: uno strumento che garantisce una
perfetta ripetibilità della misura senza l'influenza di fattori
esterni sia meccanici che di idratazione.
4) Analisi dei segni legati ad eventuali disequilibri
ormonali
Una visione globale di alcuni segni caratteristici è importante per
comprendere come poter con il cibo riequilibrare disequilibri
ormonali spesso alla base di inestetismi, aumento di peso,
invecchiamento precoce. Una osservazione del viso, della pelle,
della peluria del paziente ci fornisce informazioni fondamentali
sia su un eventuale carenza che eccesso di alcuni ormoni; per
esempio una pelle tonica, priva di rughe è sinonimo di un
buon livello di estrogeni e di ormone della crescita; braccia
grosse ed edematose con pelle ruvida e rasposa e
capelli secchi ed opachi potrebbe essere sinonimo di mancanza
di ormoni tiroidei; una caduta di peli ascellari e pubici potrebbe
essere una carenza di DHEA e androgeni; nell'uomo la scarsa
presenza di peli sulle gambe, sul ventre, all'altezza delle
caviglie potrebbero indicare un deficit di androgeni. Un
riequilibrio dell'asseto ormonale indotto dai cibi giusti può
donare benessere psico-fisico e rallentare
l'invecchiamento.
5) Analisi della localizzazione corporea del
grasso
La localizzazione del grasso, la forma del corpo, è spesso sinonimo
di un determinato assetto ormonale il cui disequilibrio può
determinare quella adiposità in punti critici che vorremmo tanto
eliminare; il cibo influenza fortemente il nostro assetto ormonale
il quale a sua volta influenza la nostra scelta dei cibi in un
circolo vizioso che si autoalimenta. Un eccesso di cortisolo per
esempio determina un accumulo di grasso alla base della nuca e
sulla parte superiore del dorso; un eccesso di estrogeni determina
nelle donne un accumulo di grasso sui glutei e sulle cosce; un
eccesso di estrogeni nell'uomo accompagnato da carenza di ormone
della crescita e testosterone determina una crescita del seno; un
eccesso di insulina determina un accumulo di grasso sottocutaneo. È
da notare come il grasso stesso funziona come ghiandola endocrina
capace di produrre o meno alcuni ormoni; un deficit di leptina, per
esempio, potrebbe essere la spiegazione della fame incontrollata
che avvertono alcuni pazienti. La leptina, infatti, dopo un pasto,
viene prodotta dal tessuto adiposo, immessa nel flusso sanguigno e
a livello neuronale determina un effetto anoressizzante inducendo
un effetto saziante e bloccando l'assunzione di cibo.
Fase Rieducativa (Fase d'azione)
6) Depurazione dell'organismo
La depurazione di un organismo intossicato da tossine di diversa
natura attraverso di una riattivazione degli organi emuntori
(fegato, reni, polmoni, pelle) rappresenta la base di partenza su
cui costruire le successive fasi. In linea generale si parla di
intossicazione quando le tossine sono di origine esterna (tossine
esogene); un classico esempio di tossine esogene sono i metalli
pesanti come PIOMBO, MERCURIO, CADMIO, ARSENICO, NICKEL, ALLUMINIO,
i quali accumulandosi nei sistema nervoso, reni, fegato, sistema
immunitario ne compromettono il normale funzionamento. Si parla di
intossinazione quando le tossine sono originate nell'organismo
(tossine endogene). La biologia funzionale pone particolare
attenzione a due tossine endogene: ACIDI e COLLE.
Le scorie acide determinano un eccesso di cristalli; in genere gli
acidi sono solubili e facilmente eliminabili dai reni tramite
l'urina e dalle ghiandole sudoripare tramite il sudore. Un
eccessivo accumulo di acidi tende a farli precipitare sotto
forma di cristalli duri e graffianti i quali spesso sono alla
base di infiammazioni reumatiche e calcolosi. I principali acidi
che determinano acidosi sono l'ACIDO URICO, l'ACIDO OSSALICO,
l'ACIDO PIRUVICO. È possibile correggere l'acidosi assumendo
alimenti alcalinizzanti come le verdure e diversi frutti e bevendo
acque alcaline.
Le colle, a differenze degli acidi, sono tossine insolubili un
acqua. Le colle derivano principalmente da un eccessiva assunzione
di glucidi. L'alimentazione moderna è piena di glucidi raffinati
(pane, pasta, biscotti, grissini, salatini, taralli, focacce ecc.).
Le tossine collose sono alla base di sintomi catarrali, asma, acne
e altre manifestazioni caratteristiche.
Un altra tipologia di tossina endogena è rappresentata da
inquinanti particolari che prendono il nome di radicali liberi
(ROS). I ros sono molecole altamente reattive capaci di
attaccare le nostre strutture cellulari danneggiandole e
favorire i processi di invecchiamento e tutte le malattie ad essa
associate come obesità, diabete, malattie cardiocircolatorie e
polmonari, malattie neurologiche come Parkinson ed
Alzheimer.
Sia le scorie acide, le colle che i radicali liberi vengono
prodotte almeno in buona parte da una alimentazione non idonea.
Capire cosa mangiare e come aiutare l'organismo
ad eliminare queste scorie è fondamentale per
salvaguardare la nostra salute.
La depurazione dell'organismo si esplica tramite gli organi
emuntori (fegato, reni, intestino, pelle,
polmoni). L'intestino tende ad eliminare le
scorie attraverso vomiti, diarree, aumento della
secrezione biliare; i reni attraverso urine dense
a reazione acida, torbide; la pelle attraverso un sudore
cospicuo, eczemi, pustole; L'apparato respiratorie attraverso
scorie colloidali (catarro). In generale si applica il concetto di
drenaggio cioè quella pratica che attivata con diverse
metodiche (alimentare, fitoterapica) è capace di favorire la
filtrazione dei liquidi umorali e quindi l'eliminazione delle
tossine.
La prima azione disintossicante che il nostro organismo mette in
atto in maniera quasi innata è il digiuno; a quanti
è capitato di non aver voglia di mangiare con un grado di
inappetenza massimo verso qualsiasi alimento quando abbiamo
disturbi intestinali, mal di testa, dermatiti, infezioni virali
ecc. In questo caso il nostro organismo risparmia energia vitale
che sfrutta per attivare i processi depurativi. Il digiuno può
essere anche di qualche cena alla settimana, di uno o più giorni
consecutivi, o periodico cioè un giorno alla settimana,
uno ogni 15 giorni o uno al mese. È ovvio che il
digiuno dovrebbe essere analizzato individuo per
individuo, caso per caso. Inoltre è importante
considerare il fatto che l'azione disintossicante immette
in circolo le tossine accumulate nei diversi tessuti (specie
il mesenchima) e quindi il drenaggio deve essere fatto in maniera
corretta e non eccessivamente spinto, sia per non sfiancare gli
organi emuntori sia per non immettere troppe tossine in circolo che
paradossalmente potrebbero peggiorare la situazione. Il metodo
BioNeF in genere consiglia l'azione depuratrice attraverso
l'attivazione dell'emuntore che arranca maggiormente; ma in
generale si agisce in ordine di importanza: FEGATO, INTESTINO,
RENI, PELLE, POLMONI.
Il FEGATO è senza dubbio l'organo fondamentale per l'intera
economia dell'organismo; catalizza una miriade di reazioni chimiche
e controlla tutto ciò che di nutriente e tossico possa entrare
nell'organismo. Dopo aver effettuato i giusti controlli il fegato
rilascia nel sangue sia le sostanze nutritive che tossiche dove
potranno essere assimilati o eliminati. È ovvio quindi che il
fegato sia da considerare il primo organo da far funzionare al 100%
per la salvaguardia della nostra salute. È possibile attivare il
fegato utilizzando diversi alimenti che più di altri possono
giovare a questo organo, in particolare tutti gli alimenti ricchi
di Vitamina C sono un tocca sana per il fegato (pomodori, kiwi,) ma
anche funghi, indivia belga cicoria cruda, carciofi, radicchio
crudo. Spesso l'azione nutrizionale e funzionale degli alimenti può
essere coadiuvata anche dall'utilizzo della fitoterapia; il metodo
BioNeF sfrutta tra le altre piante il Desmodium
Adscendens. Ha una potente azione di
rigenerazione e protezione delle cellule epatiche. Trova impiego in
tutte le affezioni epatiche, anche severe, quali epatiti e stati di
pre-cirrosi. Permette la normalizzazione delle transaminasi.
Inibisce l’azione dell’istamina e può quindi essere utilizzato per
il trattamento delle allergie. E' la pianta medicinale più efficace
per ripristinare le funzioni fisiologiche epatiche e quindi potrà
essere somministrata sia durante la fase di detossinazione da
alimenti o da farmaci, sia durante la terapia fitoterapica per
sostenere la metabolizzazione dei principi attivi contenuti e
facilitare il percorso di guarigione. E' interessante notare che è
l'unica pianta a normalizzare le transaminasi anche in presenza di
epatite c e quindi evitare stadi di pre-cirrosi o tumori epatici.I
risultati sono stupefacenti e per definizione la pianta non è
tossica e non ha controindicazioni. Potrebbe aumentare l'efficacia
dei farmaci in abbinamento, sarebbe quindi prudente diminuire i
dosaggi dei farmaci in una prima fase per poi elevarli se
necessario. In secondo luogo e in abbinamento con piante
epatoprotettrici è possibile depurare ed attivare
l'intestino.
L'intestino è alla base di diverse situazioni patologiche.
L'intestino rappresenta la prima barriera tra ambiente esterno ed
interno; l'intestino seleziona ciò che deve penetrare
nell'organismo e ciò che deve essere eliminato; l'intestino crea un
primo filtro che attraverso la vena porta si amplifica a livello
epatico creando questo stretto legame tra intestino e
fegato; quest'ultimo elabora tutte le sostanze nutritive
o tossiche eventualmente lasciate passare dall'intestino e le
immette nuovamente nella circolazione sanguigna; è chiaro che un
intestino infiammato a causa di un alimentazione errata, stress,
fumo, inquinamento, può funzionare male sovraccaricando il fegato
di sostanze tossiche. In alcuni casi le pareti dell'intestino
diventano porose (leaky gut syndrome) determinando l'ingresso di
scorie che normalmente sarebbero espulse. Si entra in un
circolo vizioso in cui un intestino danneggiato non solo
assimila più tossine ma impedisce il corretto assorbimento dei
nutrienti; di conseguenza invece di nutrirci con
l'alimentazione ci avveleniamo. Il dramma continua nell'ultima
parte dell'intestino il COLON altamente colonizzato da diversi
ceppi di batteri i quali potrebbero mandare in fermentazione o
peggio in putrefazione i cibi non digeriti correttamente nelle
parti superiori dell'intestino; in questo caso un disequilibrio
della flora batterica intestinale potrebbe instaurare un situazione
di DISBIOSI del Microbiota intestinale con un ulteriore
sovraccarico di tossine prodotte dai batteri; poiché il
colon è fortemente vascolarizzato in caso di stitichezza con
un transito rallentato delle feci porta nell'unità di tempo un
assorbimento maggiore di tossine. Un corretta evacuazione è alla
base della dintossicazione dell'organismo. Il metodo BioNeF per
riequilibrare l'intestino sfrutta il colostro
bovino, L-Glutammina, la zeolite, e
diversi pro-biotici (Lb.
Gasseri, Lb. Salivarius, b. Rhamnosus, B. Coagulans, S. Boulardii,
B. Bifidum ).
7) Supporto Nutrizionale e Funzionale adeguato
(SNEFA)
Il secondo step è la Nutrizione intesa come analisi accurata delle
eventuali carenze nutrizionali del soggetto per mettere nelle
condizioni ottimali di funzionamento tutte le cellule
dell'organismo e garantire una corretta espressione genica. Un
attenta anamnesi alimentare può indurre il Nutrizionista a
comprendere gli alimenti mancanti in un abitudinaria alimentazione
e correggere eventuali deficit di micro e macro-nutrienti; in tal
maniera sarà possibile regolare in senso positivo l'espressione
genica e di conseguenza l'intero metabolismo.
Il metodo BioNeF pone molta attenzione sull'espressione genica in
generale ma in particolare su tutti quei geni che regolano la
biogenesi nonché il funzionamento dei Mitocondri,
organelli sub-cellulari che svolgono un ruolo cruciale nei processi
metabolici. I mitocondri regolano diversi processi cellulari come
l'omeostasi del calcio, la sintesi degli ormoni steroidei, la
sintesi del gruppo eme, la sintesi di zuccheri (gluconeogenesi), la
trasduzione dell'energia, cioè sono capaci di estrarre l'energia
presenti negli alimenti e accumularla in una molecola nota come
Adenosina trifosfato (ATP) che rappresenta la moneta energetica che
le cellule riescono ad utilizzare per attivare tutti i processi
biochimici. Considerata l'importanza dei Mitocondri nelle cellule
non è sorprendente come negli ultimi anni molti lavori scientifici
abbiano associato diverse patologie (obesità, diabete, cardiopatie,
sindrome metabolica, malattie neurologiche come il Parkinson) (1)
ad un mal funzionamento mitocondriale. La medicina mitocondriale è
in effetti una branca specializzata della medicina che pone come
possibile approccio per la cura e la prevenzione di molte patologie
proprio il Mitocondrio cellulare (2). Secondo i principi della
medicina mitocondriale i mitocondri rappresentano il target su cui
puntare per salvaguardare la nostra salute, il nostro benessere e
rallentare i processi dell'invecchiamento (Medicina
Anti-aging).
Il ruolo principale dei mitocondri, quindi, è quello di estrarre
energia dai nutrienti per incanalarla in una molecola (adenosina
trifosfato, o ATP) che il nostro corpo è in grado di utilizzare
come fonte di energia per tutta una serie di processi cellulari.
Noi corriamo, camminiamo, respiriamo, pensiamo, proprio grazie
all'ATP. Senza mitocondri non saremmo in grado di fare nulla.
La produzione di ATP avviene attraverso un processo
complicato che prende il nome di fosforilazione ossidativa che
sfrutta l'ossigeno che respiriamo (3). L'utilizzo dell'ossigeno
garantisce ai mitocondri di estrarre tutta l'energia
possibile dagli alimenti. Ironia della sorte, se l'ossigeno è
fondamentale per permettere ai mitocondri di produrre
ATP, dall'altra lo stesso ossigeno a livello mitocondriale può dare
origine a molecole altamente reattive note come radicali liberi
dell'ossigeno (ROS). I Ros a bassi livelli non sono dannosi per la
cellula, anzi sembrano controllare molti segnali cellulari che
regolano il funzionamento stesso dei mitocondri (4). Al contrario
un eccesiva produzione di Ros può danneggiare diverse struttire
cellulari attraverso un processo chimico noto come stress
ossidativo (5); in pratica i Ros possono reagire con altre molecole
biologiche attraverso una cessione o acquisizione di elettroni e
modificare la natura stessa della macromolecola che non è più in
grado di svolgere correttamente la sua funzione. In situazioni
fisiologiche I mitocondri in buona salute hanno una massima
efficienza di produzione di ATP e producono pochi radicali liberi.
Inoltre per rendere più difficile la vita ai Ros le cellule sono
dotati di sistemi anti-ossidanti che come degli spazzini
(scavengers) controbilanciano un eccessiva produzione di Ros. In
alcune situazioni, però, il carico di radicali liberi prodotto dai
mitocondri mal funzionanti è cosi elevato che i
sistemi anti-ossidanti non riescono a controbilanciarlo; in questa
situazione i Ros possono seriamente danneggiare tutte le strutture
biologiche come le proteine, i grassi insaturi delle membrane
cellulari, il DNA ( in tal caso favoriscono i processi di
mutagenesi che nella loro espressione più negativa sono
alla base dell'insorgenza del cancro), possono ossidare LDL
(liproteine plasmatiche) da cui originano le placche
aterosclerotiche. In definitiva un eccesso di Ros indotto da
mitocondri poco efficienti potrebbe essere alla base di un
invecchiamento precoce e morte prematura. Favorire la
biogenesi mitocondriale stimolando una corretta
espressione genetica vuol dire determinare un miglior funzionamento
dei nostri sistemi vitali; mitocondri efficienti da un
punto di vista qualitativo e quantitativo aiutano a
metabolizzare bene il cibo che ingeriamo con una più efficiente
produzione di ATP e meno produzione di Ros. Nell'obesità si osserva
un deficit mitocondriale associato ad un elevato stress
ossidativo indotto dai Ros. Lo stress ossidativo favorisce i
fenomeni pro-infiammatori impedendo ulteriormente
ai sistemi ormonali, già
compromessi dell'eccesso di adipe, di funzionare
correttamente (6). Attivare i Mitocondri significa, anche nei casi
di obesità grave, diminuire i processi infiammatori, migliorare le
connessioni neurormonali, attivare la combustione dei grassi,
favorire la rigenerazione dei tessuti e di tutti i sistemi vitali
capaci di salvagurdare la nostra salute. Il dimagrimento, quindi,
diventa un percorso terapeutico che esula dalle diete drastiche e
prive di fondamento scientifico; l'attivazione mitocondriale non
prevede il calcolo delle calorie, ma una corretta Biologia
Nutrizionale e Funzionale che mette l'individuo nelle condizioni di
portare al massimo della sua efficienza il proprio metabolismo,
inteso non come capacità di bruciare calorie ma più correttamente
come la capacità di catabolizzare e anabolizzare correttamente
tutte le strutture cellulari.
Il Metodo BioNeF, quindi, pone senza dubbio molta attenzione sulla
biogenesi mitocondriale come cardine per una riattivazione
metabolica che induca benessere e dimagrimento in maniera quasi
naturale.
Ma come attivare i
mitocondri?
Il primo passo è senza dubbio comportamentale, il secondo
Nutrizionale e Funzionale:
Fase comportamentale:
- Assumere una quantità di cibo quasi normocalorica, diciamo al
70-80% dei normali fabbisogni relativi ad ogni singolo individuo
(7);
-nonostante alcuni studi recenti mettano in dubbio l'utilità di
aumentare la frequenza dei pasti nell'arco della giornata (8-9), il
metodo BioNeF consiglia di istribuire il cibo in piccoli pasti con
prima colazione anche abbondante, seconda colazione, pranzo,
spuntino, cena e in alcuni casi anche spuntino serale;
- eliminare i carboidrati raffinati con un elevato indice glicemico
in modo da tenere sotto controllo l'insulina e favorire l'azione
del glucagone; dare spazio a cereali integrali a basso indice
glicemico (grano saraceno, miglio, amaranto, farro, orzo) senza
eccedere anche in questo caso con il carico glicemico; sembra
oramai certa una stretta relazione tra alti livelli di glucosio nel
sangue con conseguente insulino-resistenza
e disfunzioni neuronali che nella
loro espressione più severe sfociano in gravi patologie
come l'Alzheimer ed il Parkinson (10); i meccanismi non sono stati
ancora ben chiariti ma sembra esserci una stretta relazione tra
insulino-resistenza con un conseguente aumento di glucosio nel
sangue che andrebbe a danneggiare i mitocondri con aumento di Ros,
stress ossidativo e deterioramento neuronale
(11).
- Aumentare l'apporto di proteine vegetali (leguminose) senza
comunque demonizzare le proteine animali che dovrebbero essere
assunte con moderazione; le proteine favoriscono la sintesi del HGH
(ormone della crescita) che migliora la prestazione della massa
muscolare con un aumento considerevole del metabolismo basale;
inoltre è da considerare che l'insulina lavora in antagonismo con
il GH, quindi è fondamentale non assumere carboidrati raffinati,
specie la sera, che stimolando in maniera eccessiva la produzione
di insulina da parte del pancreas determinado un decremento
dell'ormone della crescita (12-15). Una migliore prestazione della
massa muscolare vuol dire un aumento qualitativo e quantitativo dei
mitocondri con conseguente beneficio per i nostri meccanismi
biochimici. È da sottolineare il fatto che per mantenere il nostro
benessere non è necessario un attività fisica intensa e
sproporzionata; il modo migliore per favorire una corretta
biogenesi mitocondriale è un attività fisica
lievemente stressante per l'organismo che si può
semplicemente ottenere con una passeggiata a passo spedito per
30-40' al giorno. È possibile avere maggiori informazioni leggendo
la parte relativa al concetto
di Ormesi nella pratica sportiva.
- Privilegiare i grassi vegetali (olio di oliva, frutta
secca, semi di lino); è stato dimostrato che l'olio extravergine
d'oliva contiene dei caratterizzanti minori come l'idrossitirosolo
che sembrano svolgere un ruolo positivo nel funzionamento
mitocondriale (16); il metodo BioNeF tende a non demonizzare i
grassi presenti nelle carni, in quanto è stato dimostrato che
alcuni acidi grassi come acido linoleico coniugato (CLA) svolgono
un ruolo protettivo nei confronti della salute (17-18); a livello
molecolare il CLA è capace di attivare il metabilismo cellualre
agendo su fattori trascrizionali coinvolti nella biogenesi
mitocondriale (19-20).
-Utilizzare le spezie nella preparazione dei pasti come il
peperoncino, la curcuma, il cardamomo, lo zenzero, il prezzemolo,
l'aglio, il cumino (21)
-Durante i mesi invernali moderare la temperatura dell'ambiente in
cui si soggiorna in quanto l'organismo stimola l'attivazione del
tessuto adiposo bruno che brucia i grassi per generare calore e
mantenere la temperatura corporea costante (22)
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21)
22)
7.1 Fase Nutrizionale
È strano dover ammettere che in una società opulenta come quella in
cui viviamo si possono creare delle situazioni di carenze
nutrizionali e pure è così; le pratiche di raffinazione e
trasformazione del cibo nonché i metodi di conservazione del cibo,
le colture intensive, hanno impoverito i cibi alimenti di
micro-nutrienti fondamentali. Le carenze di micro-nutrienti sono
oramai la norma e non l'eccezione e spesso compromettono il nostro
stato di salute. Un deficit di alcuni oligoelementi e fitocomplessi
è capace, infatti, di impedire una corretta biogenesi mitocondriale
con tutte le conseguenze che questo può comportare (1). Di seguito
una carrellata di alcuni micronutrienti a trofismo
mitocondriale:
Magnesio
Il magnesio è un oligoelemento fondamentale per il corretto
funzionamento di molti enzimi; un deficit di magnesio determina un
drastico calo del numero di mitocondri per cellula e induce un
affaticamento dei pochi presenti. Il magnesio è un minerale
presente negli alimenti di origine vegetale (verdure a foglia
verde, frutta secca, legumi, funghi, cereali integrali e
banane).
Zinco e Ferro
Un deficit di zinco e ferro potrebbe rendere più difficoltoso da
parte dei mitocondri di produrre eme favorendo i processi
ossidativi tramite una maggiore produzione di Ros, mutazioni nel
DNA, deficit neuronali, e invecchiamento precoce. Fonti
alimentari di zinco sono: carne di manzo, semi di zucca, cioccolato
fondente e cacao in polvere, carne di agnello, arachidi. Fonti
alimentari di Ferro: carne, legumi, uova, alcuni cereali tipo
amaranto e avena, frutta secca.
Manganese
Il manganese è di fondamentale importanza nella sintesi della
superossido dismutasi che protegge il mitocondrio dall'azione dei
Ros. Fonti alimentari di Manganese: tè, zenzero macinato,
chiodi di garofano, menta, zafferano, cardamomo, cannella, germe di
grano, pepe, crusca di grano, prezzemolo, basilico, bacche di goji,
pinoli, alloro, timo, curcuma.
Carnosina
La carnosina è un dipeptide formato dall'unione di
due amminoacidi: β-alanina ed L-istidina. La
Carnosina rappresenta un potente anti-ossidante. Fonti alimentari:
carne.
Carnitina
La Carnitina è un molecola sintetizzata dalle cellule a partire da
metionina e lisina, due aminoacidi presenti in grandi quantità
nelle carni rosse. La carnitina è fondamentale poiché garantisce il
trasporto dei grassi nei mitocondri. Solo all'interno dei
mitocondri i grassi possono essere bruciati.
Vitamin A
Un deficit di Vitamina A sembra indurre un malfunzionamento dei
mitocondri a livello epatico. Il fegato è di fondamentale
importanza per il controllo metabolico del nostro organismo. Fonti
alimentari: olio di merluzzo, uova, carote, tarassaco, prezzemolo,
peperoncino, rucola, basilico, pomodori.
Vitamin C
La vitamina C rappresenta l'antiossidante per eccellenza capace di
modulare un eccessiva produzione di Ros da parte dei mitocondri.
Grazie alla forte azione riducente, la vitamina C è utilizzata in
molte reazioni di ossidoriduzione. Fonti alimentari: Agrumi, Kiwi,
ribes nero, fragole, peperoni dolci, peperoncino, prezzemolo,
cavolfiore, patate dolci, broccoli, cavolini di Bruxelles, fragole,
pomodori.
Coenzima Q10 (CoQ10)
Il CoQ10 normalmente sintetizzato dalle nostre cellule è deputato
dal trasporto degli elettroni durante la fosforilazione ossidativa
mitocondriale. Un deficit di Q10 impedisce ai mitocondri di
produrre un adeguata quantità di ATP. È singolare far utilizzare a
pazienti con il colesterolo alto (che a dire dei cardiologi sarebbe
la cusa della formazione delle placche aterosclerotiche) le statine
che inibiscono la sintesi di Q10 favorendo un malfunzionamento
mitocondriale con una maggiore produzione di Ros che sono deleteri
per il sistema cardiocircolatorio. Fonti alimentari di Q10: carne
di maiale e manzo (soprattutto fegato e cuore), pollo, Olio di
soia, di sesamo, sardine, sgombro, seppie, tonno, aringhe, salmone,
soia e azuki, arachidi, sesamo, pistacchi, noci, nocciole; in
misura minore anche mandorle e castagne, uova, spinaci, broccoli,
patate americane, peperoni, aglio, piselli, cavolfiori, carote,
fragole e arance.
7.2 Fase Funzionale
Per integrazione funzionale si intende la capacità di alcune
molecole presenti nei cibi di poter favorire alcuni processi
biochimici in modo da portarli al massimo della propria efficienza
fisiologica. In riferimento alla biogenesi mitocondriale sono state
individuati diversi cibi capaci di attivarla, di seguito una breve
carrellata:
Pirrolochinolina chinone
(PQQ)
La PQQ è un biofattore importante per la crescita dei batteri,
piante ed organismi superiori. La PQQ sembra agire in diversi
processi fisiologici tra cui la biogenesi mitocondriale (2). È
stato dimostrato che un alterazione nel livello di PQQ
nell'alimentazione può avere un diverso impatto sul metabolismo
energetico mitocondriale e sui livelli ematici di grassi (3). Una
carenza di PQQ infatti determina un malfunzionamento
mitocondriale con un impatto negativo sull'assetto lipidico
ematico, al contrario un supplemento di PQQ migliora la
bioenergetica cellulare con una drastica riduzione di grassi
circolanti (4). Fonti
alimentari: La migliore fonte di vitamina PQQ è il “natto”, piatto
giapponese a base di soia fermentata. Altri cibi ricchi di tale
sostanza sono: prezzemolo, pepe verde, papaya, kiwi e tè
verde.
Resveratrolo
Il resveratrolo agisce come mimetico della restrizione
calorica avendo la capacità di attivare un gruppo di proteine
appartenenti alla famiglia delle sirtuine, in particolare SIRT1
(5). Diversi studi hanno dimostrato che l’attivazione di SIRT1
determina un aumento del numero di mitocondri cellulari con un
significativo miglioramento metabolico e di conseguenza del livello
di grassi e zuccheri nel sangue (6-7). Stabilizzare i livelli di
glicemia nei valori fisiologici vuol dire indurre l'organismo a
mantenere bassi anche i livelli di insulina e a regolare tutto
l'assetto ormonale con riduzione dei processi infiammatori alla
base di diverse patologie tra cui diabete, obesità, malattie
cardiocircolatorie. Fonti alimentari: frutta di colore rosso vivo e
viola come
l'uva, i mirtilli, i mirtilli rossi e più in generale i frutti di
bosco. Tuttavia, alimenti come gli arachidi o
la frutta seccapossono
comunque rappresentare un fonte alternativa di resveratrolo ai
suddetti alimenti.
Idrossitirosolo
L'idrossitirosolo è classificato
come composto fitochimico esprimente fortissime proprietà
antiossidanti. L'indice ORAC (Oxygen Radical Absorbance
Capacity) ovvero la capacità di assorbimento dei ROS per
l'idrossitirosolo è pari a 40,000 μmolTE/g, circa dieci volte
maggiore rispetto al tè verde e almeno due volte rispetto
al CoQ10.
L'idrossitirosolo sembra favorire la biogenesi mitocondriale, e in
particolare favorisce l'espressione dei geni che controllano la
biosintesi dei complessi della catena respiratoria mitocondriale
(8-9).
Alcuni
suggerimenti per evitare di consumare alimenti impoveriti di
vitamine:
-
Preferire gli alimenti di stagione, con predilizione per quelli
nostrani e biologici
-
Utilizzare abitualmente cereali integrali
-
Preferire cibi freschi o poco cotti
-
Conservare frutta e verdura in frigorifero, cercando di non esporla
all'aria e d alla luce
-
Conservare l’olio in bottiglia ben chiusa e al buio (vetro
scuro)
-
Preparare ortaggi e frutta appena prima di consumarli lavandoli
interi e tagliandoli in un secondo momento
-
Cuocere in poca acqua, recuperando il liquido di
cottura
-
Variare la qualità dei cibi.
Referenze:
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can accelerate the mitochondrial decay of aging.Ames BN1, Atamna
H, Killilea DW.Mol Aspects Med. 2005
Aug-Oct;26(4-5):363-78.
2)
Pyrroloquinoline quinone stimulates mitochondrial biogenesis
through cAMP response element-binding protein phosphorylation and
increased PGC-1alpha expression. Chowanadisai W, Bauerly KA,
Tchaparian E, Wong A, Cortopassi GA, Rucker RB. J Biol Chem. 2010
Jan 1;285(1):142-52.
3)
Dietary pyrroloquinoline quinone (PQQ) alters indicators of
inflammation and mitochondrial-related metabolism in human
subjects. Harris CB, Chowanadisai W, Mishchuk DO, Satre MA, Slupsky
CM, Rucker RB. J Nutr Biochem. 2013 Dec;24(12):2076-84.
4)
Altering pyrroloquinoline quinone nutritional status modulates
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and protects against metabolic disease by activating SIRT1 and
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6)SIRT1 is required for AMPK
activation and the beneficial effects of resveratrol on
mitochondrial function.Price NL1, Gomes
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A, North BJ, Agarwal B, Ye L, Ramadori
G, Teodoro JS, Hubbard BP, Varela AT, Davis
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7)Resveratrol preserves
mitochondrial function, stimulates mitochondrial biogenesis, and
attenuates oxidative stress in regulatory T cells of mice fed a
high-fat diet.Wang B, Sun J,
Ma Y, Wu G, Tian Y, Shi Y, Le G. J Food Sci. 2014
Sep;79(9):H1823-31.
8)Hydroxytyrosol
promotes mitochondrial biogenesis and mitochondrial function in
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Liu J.J Nutr Biochem.
2010 Jul;21(7):634-44.
9)Hydroxytyrosol
protects against oxidative damage by simultaneous activation of
mitochondrial biogenesis and phase II detoxifying enzyme systems in
retinal pigment epithelial cells.Zhu L, Liu Z,
Feng Z, Hao J, Shen W, Li X, Sun L, Sharman E, Wang Y, Wertz K,
Weber P, Shi X, Liu J. J Nutr Biochem. 2010
Nov;21(11):1089-98.
8)Didattica alimentare sui vantaggi
dell'agricoltura biologica
Il metodo BioNeF, però, non
avrebbe nessun senso se dopo averli individuati, il paziente non
fosse messo nelle condizioni di comprendere e di poter accedere
agli alimenti nutrizionali e funzionali più idonei per la sua
situazione. Purtroppo le moderne filiere
alimentari non ci garantiscono più la qualità alimentare di molti
anni fà. È noto come le colture intensive dagli anni 50 ad oggi
hanno aumentato la produttività a discapito della qualità
nutrizionale degli alimenti. Ci troviamo ad assumere meno vitamina
C, meno Ferro, meno Calcio; inoltre il nostro organismo
introducendo vegetali coltivati in ambienti protetti, con un grado
di biodiversità bassissimo non hanno alcuna ragione di produrre
Fitocomplessi il cui scopo biologico è quello di difendere la
pianta da diversi agenti aggressori (parassiti, vento,
freddo); Poiché alcuni fitocomplessi hanno un effetto
biologico positivo sulla nostra salute, è facile capire che
assumere vegetali coltivati in ambienti protetti non ci permettere
di assumere una quantità di molecole funzionali benefiche per la
nostra salute. Le piante medicinali selvatiche, per esempio,
cresciute in ambienti ostici e pieni di biodiversità, sono
comunemente note come benefiche per l'organismo grazie al loro
contenuto in Fitocomplessi che gli permette di difendersi in
situazioni biologiche estreme. La prescrizione di uno SNEFA
prevede, quindi, la possibilità di indirizzare il singolo individuo
verso alimenti quanto più biologici possibili con
una predilezioni per i prodotti legati al territorio di
residenza, in modo da ricostruire quei ponti tra
consumatori-piccoli allevatori, agricoltori che da diversi anni
oramai sono stati spazzati via dalle esplosioni delle coltivazioni
intensive.Il biologico quindi per il Metodo
BioNeF non deve essere vista come una via
alternativa all'agricoltura industriale con tutti i suoi
prodotti chimici, alle monocolture prive di diversità biologica, ma
la prassi da utilizzare in quanto è l'unica tipologia di
agricoltura veramente in armonia con l'ambiente; quell'armonia che
si riflette nel nostro organismo quando ingeriamo cibi cresciuti
non in colture monotematiche me in colture piene di biodiversità; i
cibi bio sono semplicemente i prodotti venduti sui mercati locali
dai piccoli proprietari con le loro piccole cassette di
legno.
9) Didattica sulle filiere
alimentari e sulla spesa sana ed
intelligente
Con l'espressione
"filiera
alimentare"si intende
l'insieme complesso di attività che sono coinvolte nella
produzione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione di
un prodotto commestibile finito. Comprendere le filiere alimentari,
essere capaci di interpretarne la qualità oppure le frodi è un
punto snodale per il metodo BioNeF. Il ministero della salute ha
pubblicato on-line una serie di indicazioni di grande utilità per
garantire alimenti sicuri a tavola.
10)
Controlli periodici e presa di coscienza
alimentare
Ovviamente
fornire uno SNEFA personalizzato, stabilire quali siano gli
alimenti giusti per un singolo soggetto, indirizzarlo verso lo slow
food, prescrivere la giusta pianta medicinale non vuol dire
raggiungere un equilibrio alimentare. L'alimentazione corretta deve
essere integrata da un'attenta conoscenza del paziente, delle sue
emozioni, dei sentimenti che provano quando ingeriscono un alimento
rispetto ad un altro. Sapere quale alimento possa nutrirlo meglio o
farlo stare meglio non avrebbe senso se non si è capaci di cogliere
le ragioni della sua resistenza al cambiamento alimentare. La
componente psico-emotiva è un aspetto che la BioNeF prende
seriamente in considerazione. Conoscere se stessi, eliminare la
maschere sociali che creano un disequilibrio neuro-endocrino che ci
portano inevitabilmente verso la scelta degli alimenti errati è una
componente a cui il metodo BioNeF dà la giusta
importanza.