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Componente psico-emotiva e Metodo BioNeF


Di Maria Concetta Leozappa


In un contesto sociale come quello occidentale che enfatizza fortemente il culto dell'immagine corporea, della perfezione delle "forme" e che fa dell'aspetto estetico l'arma vincente (fittizia) per eccellenza, il corpo si è trasformato progressivamente da oggetto naturale a "oggetto sociale" da modellare e conformare all'idea di una particolare estetica che nulla a che vedere con quella naturale. Il cibo è stato confinato, in questo contesto innaturale, a banale strumento da utilizzare non per nutrimento fisiologico ma per modellare il proprio corpo e conformarlo ai modelli ufficiosamente approvati. Nonostante il fenomeno dell'arrivismo estetico stia dilagando, i messaggi che ognuno di noi riceve quotidianamente dai mezzi moderni di comunicazione sono tuttavia contraddittori; da una parte si inneggia ad un idea di perfezione estetica legata ad un corpo snello e magro e dall'altra, quasi in contrapposizione, si propone l'acquisto di cibo ipercalorico "buono ed irresistibile" ma di scarso valore biologico, da assumere a tutte le ore e in tutte le possibili circostanze quotidiane (dalla colazione, passando per il pranzo, fino alla cena). Se a questo stato di cose si associano gli stress emotivi a cui ognuno di noi è sottoposto, il cibo "comodo e disponibile" diviene inevitabilmente una facile valvola di sfogo. I momenti di ansia o di agitazione diventano quindi delle situazioni emotive da attenuare (anche solo per pochi minuti) o con qualunque forma di cibo (inevitabilmente iperglicemiche e ipercaloriche) o al contrario con un rifiuto totale del cibo. In effetti lo stress sotto le sue diverse forme (esami, situazione sociale da gestire, rabbia, o qualsiasi altra situazione che "minaccia" il nostro equilibrio psico-fisico) influisce fortemente sul comportamento alimentare del singolo individuo inducendolo verso le abbuffate o semplicemente inducendolo ad assumere più cibo della sua specifica normalità oppure, viceversa, ad evitare il cibo che viene assunto in modo non regolare.

Cosa è possibile fare? Come il Metodo BioNeF affronta la problematica?

Il Metodo BioNeF è improntato nel recupero della capacità del singolo individuo di gestire il rapporto con il proprio corpo e la propria alimentazione, riscoprendo il piacere di mangiare e di piacersi e conseguentemente di farsi piacere anche dagli altri in una dimensione di auto cura di sé. Affinché questo sia possibile è necessario recuperare un'alimentazione sana ed equilibrata; questo non significa dieta restrittiva ma piuttosto riscoprire per ognuno di noi un’alimentazione equilibrata che si adatta perfettamente alle nostre esigenze e ai nostri desideri; solo così la dieta non sarà più dieta ipocalorica, sinonimo di restrizione alimentare, ma potrà aspirare a quel Supporto Nutrizionale e Funzionale Adeguato (SNEFA) capace di garantirci uno stile di vita più sano ed equilibrato. Il mantenimento del benessere psico-fisico passa quindi anche da una sana alimentazione, contraddistinta da una dieta equilibrata e da cibi qualitativamente prescelti in base ai loro principi funzionali e valori nutrizionali. È intuibile, quindi, lo stretto rapporto tra alimentazione e sfera psicologica, senza l'equilibrio dell'una non esisterebbe l'equilibrio dell'altra e viceversa. Una dieta non equilibrata provoca spossatezza fisica, diminuzione delle prestazioni cognitive, squilibri neurali e problemi psicologici come tensione e labilità emotiva, ansia, umore altalenante, nervosismo, apatia, suscettibilità, sonno disturbato. Al contrario prime avvisaglie di squilibri nervosi, tensioni, ecc. possono condurre il singolo soggetto verso un alimentazione errata che a questo punto come spiegato sopra si autoalimenta peggiorando la situazione. Una dieta sbilanciata produce altre sì conseguenze negative sulle emozioni e sugli atteggiamenti dell'individuo, anch'esse chiaramente collegate alla sua componente psichica. L'alimentazione corretta deve essere integrata da un'attenta conoscenza del paziente, delle sue emozioni, dei sentimenti che prova quando ingerisce un alimento rispetto ad un altro. Sapere quale alimento possa nutrirlo in modo ottimale non avrebbe senso se non si è capaci di cogliere le ragioni della sua resistenza al cambiamento alimentare. La componente psico-emotiva è un aspetto che la BioNeF prende seriamente in considerazione. Conoscere se stessi, eliminare la maschere sociali che creano un disequilibrio neuro-endocrino che ci portano inevitabilmente verso la scelta degli alimenti errati, è una componente a cui il metodo BioNeF dà la giusta importanza.