Quando l'abbronzatura non è una
questione estetica: attivare la Vitamina D per
dimagrire
La
vitamina D è nota per la sua proprietà antirachitiche in quanto in
sinergia con il paratormone e la calcitonina controlla i livelli
sierici di calcio e fosfato determinando un adeguata
mineralizzazionedello scheletro.
I livello di calcio nel sangue inoltre controlla diverse funzioni
vitali come la contrazione muscolare e l'eccitabilità del sistema
nervoso. Un deficit di vita D è stata associata a diverse patologie
come il cancro, malattie cardiocircolatorie e diabete (1). Nel caso
del diabete sembra che la vitamina D controlli la secrezione di
insulina a livello pancreatico (2) e quindi l'omeostasi del
glucosio ematico; è intuibile che una carenza di Vit. D possa
determinare un dismetabolismo glucidico con tutte le conseguenze
metaboliche che esso comporta (3) come per esempio aumento di peso
ed attivazione di processi pro-infiammatori che compromettono il
nostro stato di salute. Solo pochi
alimenti, tutti di origine animale (olio di fegato di
merluzzo, salmone, aringa, burro, formaggi, fegato, uova,
latte) contengono
quantità significative di vitamina D. La maggior parte (80%) del
fabbisogno di vitamina D è garantito dall'esposizione della nostra
pelle al sole. La
forma attiva nell'uomo è la vitamina D3 o colecalciferolo, il cui
precursore è lo stesso del colesterolo, il 7-deidrocolesterolo.
Questo intermedio, viene accumulato nella pelle dove viene
convertito in colecalciferolo in seguito alla rottura del legame
C-9 e C-10 indotta da radiazioni ultraviolette. Una limitata
esposizione alla luce solare quindi può ridurre la formazione di
questo intermedio. Il colecalciferolo ha una ridotta attività
biologica nei tessuti bersaglio. Questa attività viene raggiunta in
seguito alla metabolizzazione del colecalciferolo che avviene nel
fegato e nel rene. Il processo prevede che il colecalciferolo passi
in circolo legato ad una specifica proteina e quindi venga rimosso
dal fegato, dove opera una idrossilasi che indroduce un gruppo OH
in posizione C-25. Successivamente questo intermedio passa
nuovamente in circolo per essere trasportato al rene, dove viene
nuovamente idrossilato in posizione C-1 (idrossilasi mitocondriale
dipendente dal sitema del citocromo P450mitocondriale)
oppure in posizione C-24 da due distinte idrossilasi, per formare
rispettivamente l'1,25(OH)2colecalciferolo
(D3) e il 24,25(OH)2D3.È
anche possibile che si formi un ulteriore prodotto di
idrossilazione l'1,24,25 (OH)3colecalciferolo.
Il massima di attività biologica è posseduto
dall'1,25(OH)2D3.,
mentre gli altri metaboliti idrossilati sono poco
attivi. L'idrossilazione
in posizione C-1 rappresenta quindi la tappa fondamentale nella
formazione dell'intermedio attivo dell vit D3,
mentre l'idrossilazione in posizione C-24 ne rappresenta la sua
inattivazione. La comparsa di attività 1-idrossilasi nel rene è
favorita da bassi livelli di Ca2+e
Pi. Nel primo caso l'azione è indiretta, essendo provocata dal PHT.
Nel caso dell'ipofosfatemia l'azione è diretta, in quanto le basse
concentrazioni extracellulari di Pi sono in grado di indurre la
formazione di 1-idrossilasi. La funzione fondamentale
dell'1-25(OH)2D3 è
di mantenere i livelli sierici di Ca2+e
Pi sui valori ottimali. Questo meccansimo prevede l'azione della
vitamina idrossilata a livello dell'intestino, osso, rene. Il
meccanismo d'azione dell'1,25(OH)2D3 è
simile a quello degli ormoni steroidei, e gli studi più recenti
hanno dimostrato che il recettore del'idrossicolecalciferolo ha
forti similitudini nella sequenza amminoacidica che lega il DNA
nucleare con altre proteine nucleari che si complessano ad ormoni
quali estrogeni, progesterone, tiroxina (T3), cortisolo,
aldosterone, acido retinoico. Conseguentemente l'azione della Vit
D3 è
molto ubiquitaria convolgendo vari tipi di cellule e quindi diversi
processi biochimici come la differenziazione e proliferazione
cellulare (4). Non meraviglia quindi che la vitamina D sia
implicata nel controllo del metabolismo a livello muscolare; alcuni
studi hanno associato una maggiore fatica muscolare dopo un
esercizio fisico in pazienti sintomatici con una severa carenza di
Vit. D3 (5). Un supplemento di Vit. D3 nei medesimi pazienti ha
enormemente migliorato la loro performance; i ricercatori
concludono lo studio presupponendo che una carenza di Vit D3 possa
compromettere il normale funzionamento mitocondriale all'interno
dei muscoli determinando una maggiore fatica all'esercizio fisico e
un maggiore tempo di recupero. I meccanismi molecolari su come la
vitamina D3 possa regolare il metabolismo mitocondriale nei muscoli
non è ancora chiaro; molto probabilmente sono coinvolti diversi
meccanismi ormono-simili che attivando l'espressione genica del DNA
mitocondriale che Nucleare sarebbero capaci di attivare sia il
funzionamento mitocondriale che la sua biogenesi con un
miglioramento nella produzione di energia da parte delle fibre
muscolari; questo processo sarebbe mediato dalla capacità dei
mitocondri di assorbire il calcio citoplasmatico rilasciato dal
reticolo sarcoplasmatico durante la contrazione muscolare. Il
calcio, infatti, sarebbe un secondo messaggero capace di mettere in
comunicazione citoplasma e mitocondri (nuclear-mitochondrial
cross-talk) e
fornire l'enegia necessaria alla contrazione muscolare. Da tutto
ciò ne scaturisce l'importanza della vitamina D3 nel metabolismo
muscolare. Un ottimo funzionamento dei tessuti muscolari determina
una migliore risposta insulinemica, un miglior controllo glucidico
e conseguentemente permette di manternersi in forma e facilita la
perdita di peso. Abbronzarsi, quindi, non è più una questione
estetica.
Referenze:
1)
Vitamin D deficiency. Holick MF. N Engl J Med
2007;357:266–281.
2)
Role of vitamin D in insulin secretion and insulin
sensitivity for glucose homeostasis. Alvarez JA, Ashraf A.
Int J Endocrinol 2010;2010:351–385 3.
3)
Vitamin D: emerging new roles in insulin
sensitivity. Teegarden D, Donkin SS. Nutr Res Rev
2009;22:82–92.
4)
Biochimica Sistemica Umana, Claudio Marcello
Caldarera, seconda edizione.
5)Improving the vitamin D status of vitamin D deficient adults is associated with improvedmitochondrial oxidative function in skeletal muscle.Sinha
A,Hollingsworth KG, Ball S, Cheetham T.
J Clin Endocrinol Metab. 2013 Mar;98(3): E509-13.